Quadro giuridico relativo alla libertà religiosa ed effettiva applicazione.
La Costituzione della Repubblica Democratica Socialista dello Sri Lanka, rivista nel 1972 e nel 1978, con emendamenti fino al 2015, garantisce la libertà religiosa e non sancisce alcun trattamento preferenziale sulla base della religione. Ai sensi dell'Articolo 10: «Ogni persona ha diritto alle libertà di pensiero, di coscienza e di religione, che includono la libertà di avere o di adottare una religione o un credo di propria scelta». L'articolo 12. paragrafo 2 afferma che: «Nessun cittadino potrà essere discriminato per motivi di razza, religione, lingua, casta, genere, opinione politica, luogo di nascita o uno qualsiasi di questi motivi», mentre l’articolo 14 (paragrafo 1, comma e) afferma che ogni cittadino ha diritto alla «libertà di manifestare la propria religione o il proprio credo mediante il culto, l’osservanza, la pratica e l’insegnamento, da solo o in associazione con altri, sia in pubblico che in privato». L'articolo 15 «stabilisce le restrizioni all'esercizio e al funzionamento dei diritti fondamentali previsti dall'articolo 14 (paragrafo 1) nell'interesse dell'armonia razziale e religiosa o in relazione al privilegio parlamentare, all'oltraggio alla corte, alla diffamazione o all'incitamento a un reato, o all'economia nazionale».
Lo Sri Lanka è uno dei circa 80 Paesi in cui il codice penale include ancora una legge sulla blasfemia. L'articolo 291A recita: «Chiunque, con l'intenzione deliberata di ferire i sentimenti religiosi di una persona, pronunci una parola o emetta un suono in presenza di tale persona, o faccia un gesto in presenza di tale persona, o ponga un oggetto in presenza di tale persona, sarà punito con la reclusione per un tempo massimo di un anno, o con una multa, o con entrambe le pene».
L'articolo 291B afferma: «Chiunque, con l'intenzione deliberata e maliziosa di oltraggiare i sentimenti religiosi di una qualsiasi classe di persone, mediante parole o scritti, o con rappresentazioni visibili, insulti o tenti di insultare la religione o le credenze religiose di tale classe, sarà punito con la reclusione fino ad un tempo massimo di due anni, o con una multa, o con entrambe le pene».
Altre leggi che riguardano la libertà di espressione e la libertà religiosa includono la Legge sulla Prevenzione del Terrorismo (PTA), secondo la quale «una persona che, con parole pronunciate o destinate ad essere lette, o con segni o rappresentazioni visibili o in altro modo, provoca o intende provocare la commissione di atti di violenza o disarmonia religiosa, razziale o comunitaria o sentimenti di malanimo o ostilità tra diverse comunità o gruppi razziali o religiosi, sarà ritenuta colpevole di un reato». Secondo l'ONG End Blasphemy Laws, la legge «è stata criticata perché è stata utilizzata per colpire le minoranze, i critici del governo, i giornalisti e gli oppositori politici».
In relazione a quanto descritto finora, restano di particolare rilievo, gli emendamenti entrati in vigore nel 1972, che hanno concesso al Buddismo uno status costituzionale privilegiato. Pur affermando i diritti garantiti dagli articoli 10 e 14 (paragrafo 1) della Costituzione, ai sensi dell'articolo 9, «La Repubblica dello Sri Lanka riserverà al Buddismo il posto più importante e di conseguenza sarà dovere dello Stato proteggere e promuovere il Buddha Sasana», ovvero gli insegnamenti, le pratiche e la dottrina buddisti .
Episodi rilevanti e sviluppi
Nonostante il quadro giuridico stabilito dall'articolo 14 che difende la libertà religiosa, la dichiarazione di supremazia del Buddismo sulle altre fedi sancita dalla Costituzione, all'interno di una cultura profondamente religiosa, è diventata una fonte di continua e sempre maggiore tensione e divisione. Lo Sri Lanka è stato testimone di un crescente nazionalismo etno-religioso e l'incapacità dei governi che si sono succeduti di affrontare una divisione sempre maggiore tra le minoranze religiose ed etniche minaccia ora di far precipitare il Paese in un periodo prolungato di repressione religiosa e di conflitto.
Come se non bastasse, il Paese ha subito la peggiore crisi politica ed economica dal 1948. Il 31 agosto 2021, l'ex Presidente Gotabaya Rajapaksa ha dichiarato lo stato di emergenza dopo che le banche private avevano esaurito la valuta estera, provocando una grave carenza di cibo. Il 1° aprile 2022, è stato nuovamente dichiarato lo stato di emergenza dopo che i manifestanti avevano chiesto le dimissioni del Presidente a causa di lunghe interruzioni di corrente e della carenza di beni di prima necessità. Il 2 aprile, è stato imposto un coprifuoco di 36 ore e il governo ha bloccato le piattaforme dei social media. Il giorno successivo, il 3 aprile, il blocco dei social media è stato revocato, ma la maggior parte del gabinetto si è dimesso, isolando sia il Presidente Gotabaya che il Primo Ministro Mahinda. Il 4 aprile, sebbene il coprifuoco fosse stato revocato, le proteste e i disordini civili sono continuati, e il 9 aprile un gruppo di manifestanti apartitici ha occupato il Galle Face Green, creando un accampamento chiamato "GotaGoGama" (Gota Go Village) , che avrebbe continuato a funzionare fino a metà agosto. Il 5 aprile, il Presidente Gotabaya ha perso la maggioranza in Parlamento e ha quindi revocato lo stato di emergenza. Il 12 aprile, il governo ha deciso di entrare in default sul suo debito estero di 51 miliardi di dollari, affidandosi al Fondo Monetario Internazionale (FMI) per la riduzione e la ristrutturazione del debito, per il quale è stato raggiunto un accordo di 48 mesi, il 1° settembre 2022. Il 9 maggio, dopo che una folla di sostenitori del governo aveva attaccato i manifestanti antigovernativi causando nove morti e centinaia di feriti, il Primo Ministro Mahinda ha rassegnato le dimissioni e Ranil Wickremesinghe è diventato Primo Ministro. A giugno, le Nazioni Unite hanno dichiarato che lo Sri Lanka rischiava di trovarsi di fronte a una vera e propria crisi umanitaria e che le vendite di carburante non essenziali erano state sospese . Il 9 luglio, circa 100.000 manifestanti hanno preso d'assalto la casa del Presidente Gotabaya e hanno dato fuoco alla residenza del Primo Ministro. Di conseguenza, il 13 luglio il Presidente Gotabaya si è dimesso ed è fuggito alle Maldive. Il Primo Ministro Wickremesinghe è diventato Presidente ad interim e ha iniziato il suo regno reprimendo i manifestanti e dispiegando centinaia di forze di sicurezza nell'accampamento dei manifestanti, che è stato forzatamente chiuso il 10 agosto. A metà settembre 2022, lo Sri Lanka continuava a trovarsi in una profonda crisi economica, con un tasso di inflazione che è salito al 70,2 percento e un aumento dei prezzi dei generi alimentari dell'84,6 percento rispetto all’anno precedente.
Nonostante vanti tutele giuridiche per la libertà religiosa, lo Sri Lanka è caratterizzato da una crescita dell'intolleranza sociale e delle violenze a sfondo religioso. Questo nonostante il Paese abbia messo fine, da poco più di 10 anni, ad un conflitto etnico pluridecennale che ha assunto la forma di una distruttiva guerra civile durata 30 anni.
Le organizzazioni nazionaliste buddiste stanno diventando sempre più numerose, estremiste e potenti. Questi gruppi tendono a considerare tutte le comunità e le istituzioni non buddiste come estranee e sgradite sull'isola dello Sri Lanka, che ritengono sia stata consacrata dal Buddha stesso per la difesa e la propagazione del Buddismo. Le organizzazioni che promuovono la supremazia buddista includono Bodu Bala Sena (Forza di potere buddista, BBS) Ravana Balava (Potere di Ravana), Sinhala Ravana (Eco Sinhala) e Sinhale Jathika Balamuluwa (Forza Nazionale Sinhala). Il BBS è la più importante di queste organizzazioni ed è guidata da un monaco buddista, il Venerabile Galagoda Aththe Gnanasara Thero, la cui retorica ha provocato numerosi attacchi a case di culto e aziende appartenenti a minoranze religiose. Spesso utilizzando i social media come Facebook per diffondere messaggi di odio, il Bodu Bala Sena ha preso di mira in particolar modo i musulmani. Con l'espansione della loro portata, tali gruppi minacciano di distruggere l'identità nazionale condivisa dei cittadini dello Sri Lanka e di provocare un estremismo reattivo tra le comunità minoritarie musulmane e indù.
Mentre i buddisti estremisti continuano a pretendere di dominare, si registra anche una preoccupante crescita dell'Induismo militante Tamil. Siva Senai è un gruppo hindu tamil radicale che opera nel nord e nell'est dello Sri Lanka. L'emergere di una forma estremista di induismo tamil è particolarmente allarmante perché potrebbe lasciar presagire la rinascita del tipo di militanza tamil violenta che ha alimentato il separatismo delle Tigri Tamil, ma in forma religiosa e settaria. I gruppi radicali come il Siva Senai potrebbero diventare le controparti minoritarie dei gruppi maggioritari, come il Bodu Bala Sena, con ciascuno che si alimenta dell'altro in una spirale discendente di rivalità settaria. Il potenziale di crescita della militanza e della capacità di Siva Senai è particolarmente elevato perché gode del sostegno di gruppi nazionalisti indù in ascesa, come il Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS), nella vicina India. I gruppi militanti tamil indù sono particolarmente attivi a Batticaloa, dove hanno organizzato numerosi attacchi contro i cristiani.
La crescente discriminazione nei confronti delle minoranze da parte dello Stato e degli attori non statali, soprattutto nei confronti dei musulmani, insieme all'animosità verso gli islamici in generale diffusasi dalla fine della guerra civile, hanno contribuito alla radicalizzazione dei musulmani. Questo pericolo è stato evidenziato dagli attentati avvenuti nella domenica di Pasqua del 2019, compiuti da individui presumibilmente affiliati al gruppo dello Stato Islamico.
I crescenti attacchi costituiscono un esempio estremo di una storia di violenza religiosa nel Paese. Negli ultimi anni si sono verificate violenze ai danni delle minoranze cristiane e musulmane, che hanno colpito sia gli individui che le loro case e attività commerciali. Gli incidenti indicati di seguito sono da considerarsi puramente rappresentativi.
Nel gennaio 2021, i cristiani sono stati tra coloro che hanno contestato una circolare del Ministero della Salute emessa nel marzo 2020, che richiedeva la cremazione obbligatoria per i corpi di coloro che erano morti, o si sospettava fossero morti, a causa del COVID-19. Suor Noël Christeen Fernando delle Figlie della Carità di Gesù e Maria, una delle firmatarie di una petizione che invocava l'abolizione di tali regole, ha così dichiarato: «I nostri leader ci stanno derubando di tutti i nostri diritti, dalla nascita fino alla morte». Altri firmatari sono due vescovi emeriti della Chiesa di Ceylon, Duleep de Chickera e Kumara Illangasinghe. I musulmani hanno organizzato numerose proteste, poiché la cremazione è proibita nell'Islam, e vi è stata una notevole solidarietà nei loro confronti. Sebbene la Chiesa cattolica permetta la cremazione, in particolare nei periodi di epidemia, essa raccomanda comunque la sepoltura del corpo, così come diversi altri gruppi cristiani. Il Cardinale Malcolm Ranjith ha tuttavia incoraggiato i cattolici a rispettare la politica del governo.
Il 18 marzo, la polizia del Dipartimento di Investigazione Criminale si è recata nella casa della madre di un pastore della Chiesa Calvary a Padukka. La donna è stata interrogata sulle attività religiose della figlia e gli agenti le hanno chiesto le informazioni di contatto della figlia e del genero.
A settembre, un funzionario locale ha negato la sepoltura cristiana ad una donna della Chiesa Missionaria di Grama nel cimitero pubblico di Karukkamunai, affermando che si trattava di un luogo di sepoltura indù, in cui non potevano essere celebrati riti cristiani. Il funerale si è svolto come previsto, ma con una cerimonia indù.
Il 7 ottobre, Christian Solidarity Worldwide (CSW) ha pubblicato un rapporto intitolato “Una nazione divisa: Lo stato della libertà religiosa e di credo nello Sri Lanka”. Lo studio tratta vari argomenti, come il ruolo crescente dei social media nell'aumento della violenza comunitaria e gli effetti dell'influenza di Rajapaksas.
L'8 ottobre, la Chiesa di Ceylon, parte della Comunione Anglicana, ha dichiarato di essere «sempre più preoccupata per il deterioramento dei diritti umani nello Sri Lanka» e ha presentato un rapporto alla 48esima sessione del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, avvertendo che le politiche statali stavano privilegiando la maggioranza buddista singalese. Lo studio ha definito le cremazioni forzate, introdotte come misura sanitaria in risposta alla pandemia, come un'offesa sia per i cristiani che per i musulmani. Il rapporto presentato alle Nazioni Unite ha altresì evidenziato la mancanza di responsabilità da parte del governo in merito alle indagini sugli attentati della Domenica di Pasqua del 2019.
Un rapporto del 18 ottobre di Amnesty International intitolato "Sri Lanka: dalle case in fiamme ai corpi in fiamme: Violenze, discriminazione e molestie anti-islamiche in Sri Lanka", ha osservato l'aumento, a partire dal 2013, delle violenze nei confronti dei musulmani e ha esortato il governo a «[...] interrompere questa tendenza allarmante e a rispettare il suo dovere di proteggere i musulmani da ulteriori attacchi, assicurare i responsabili alla giustizia e porre fine all'uso delle politiche del governo per prendere di mira, molestare e discriminare la comunità islamica».
Nel novembre 2021, diversi vescovi dello Sri Lanka hanno raccomandato al governo a respingere il proprio concetto “un Paese, una legge” (un piano per governare tutte le comunità dello Sri Lanka sotto lo stesso quadro giuridico), introdotto il 26 ottobre, che includeva la creazione di una task force guidata dal monaco buddista Venerabile Galagoda Aththe Gnanasara Thero. Quest'ultimo è stato coinvolto nei disordini anti-musulmani del 2013 ed è un noto attivista anti-islamico. Insieme alle organizzazioni musulmane, questi gruppi di opposizione hanno chiesto la stesura di una nuova Costituzione.
Il 25 febbraio 2022, un rapporto dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani in Sri Lanka ha rivelato un allarmante aggravarsi del rispetto dei diritti umani. Il rapporto ha evidenziato «la discriminazione nei confronti delle minoranze religiose ed etniche e la presa di mira dei gruppi della società civile da parte delle forze di sicurezza». Oltre a documentare i «crimini di guerra su larga scala compiuti dalle forze del governo e dalle Tigri per la liberazione della patria Tamil (LTTE) negli ultimi mesi della guerra civile dello Sri Lanka durata dal 1983 al 2009», il rapporto ha richiamato l'attenzione sui continui posti di blocco militari nella Provincia del Nord a maggioranza Tamil, che hanno generato «denunce di trattamenti discriminatori o di molestie». Il rapporto delle Nazioni Unite ha anche registrato «45 dispute fondiarie che hanno coinvolto funzionari governativi e membri di comunità minoritarie tra gennaio e novembre 2021», nell’ambito delle quali «le comunità minoritarie temono che il programma del governo volto ad identificare e costruire siti buddisti venga usato dalle autorità per cambiare il paesaggio demografico della regione [orientale]».
Nei mesi di marzo e aprile 2022, l'arcivescovo cattolico di Colombo, il Cardinale Malcolm Ranjith, ha condotto in Europa una delegazione dello Sri Lanka, che ha incontrato, tra gli altri, il Capo delle Nazioni Unite per i Diritti Umani Michelle Bachelet a Ginevra, chiedendole di esercitare pressioni politiche sulle autorità incaricate di indagare sugli attentati della Domenica di Pasqua del 2019, e in particolare sul motivo per cui gli attacchi non sono stati impediti nonostante i numerosi avvertimenti che le autorità statali hanno ammesso di aver ricevuto. Il cardinale Ranjith ha fatto visita anche a Papa Francesco e ha ribadito che il governo, «grazie alle informazioni raccolte e agli avvertimenti dei servizi segreti indiani, sapeva in anticipo quanto stava per accadere ma non ha fatto nulla». In effetti, lo Stato sembra aver fatto del suo meglio per impedire l'arresto degli aggressori. Vi sono indicazioni che portano a ritenere plausibile un interesse delle autorità a che gli attacchi fossero portati a termine».
Secondo un rapporto trimestrale relativo al periodo aprile-giugno 2022 dell'Alleanza Nazionale Cristiana Evangelica, il numero di incidenti anti-cristiani e musulmani è diminuito a causa della crisi economica.
Il 10 luglio, con la situazione socio-economica in declino - il Presidente Rajapaksa avrebbe presentato le sue dimissioni da Singapore il 15 luglio 2022 - e la nazione impantanata in una spirale di miseria, Papa Francesco ha invitato i fedeli di tutto il mondo ad ascoltare il dolore del popolo dello Sri Lanka.
Il 12 agosto, il sacerdote cattolico padre Amila Jeewantha Peiris si è consegnato al tribunale dopo che la polizia aveva cercato di arrestarlo in quanto leader delle proteste anti-governative che hanno portato alla destituzione di Gotabaya Rajapaksa. Centinaia di manifestanti «tra cui un vescovo, sacerdoti, suore, avvocati e attivisti si sono riuniti in una protesta silenziosa davanti al tribunale nella capitale Colombo il giorno dell'udienza».
L'indagine sugli attentati della domenica di Pasqua del 2019 è proseguita fino al settembre 2022. Nonostante l'assistenza di Scotland Yard, dell'FBI (Stati Uniti), dell'Interpol e del NIS (India), le vittime hanno manifestato la propria insoddisfazione per i progressi compiuti fino ad oggi e, insieme a rappresentanti della Chiesa, attivisti e persino all'Alto Commissario dell'UNHCR, hanno chiesto un’indagine più ampia sugli incidenti.
Il 19 settembre, il Venerabile Galaha Sirisantha Thera ha dichiarato che i monaci buddisti avevano deciso di «spegnere le luci nei templi di tutto il Paese» durante la festa di Vap Poya, il 9 ottobre, per protestare contro i forti aumenti del costo dell’energia elettrica. Il monaco ha dichiarato che la loro decisione «mira a protestare contro l'irragionevole aumento del 500 percento delle tariffe dell'elettricità imposto dal Ministero dell'Energia e la decisione del governo di tagliare le sovvenzioni ai luoghi di culto», aggiungendo che «i monaci hanno il forte sospetto che si tratti di una cospirazione per tenere i templi al buio».
Il 3 novembre, il Cardinale Ranjith ha criticato una nuova bozza di Costituzione proposta dall'ex Presidente Gotabaya Rajapaksa, affermando che si trattasse di «un tentativo di mettere a tacere i critici del governo». Il Cardinale ha dichiarato: «Ho anche ricevuto una copia della bozza di Costituzione, secondo la quale chiunque esprima lamentele contro le autorità o le agenzie governative deve essere imprigionato per almeno 20 anni».
Il 3 novembre 2022, il Consiglio diocesano della Chiesa anglicana di Colombo ha lanciato un appello per lo scioglimento del Parlamento all'inizio del 2023. In una dichiarazione, i leader anglicani dello Sri Lanka hanno affermato che: «le azioni del governo e dei membri del Parlamento negli ultimi tre mesi hanno dimostrato la loro riluttanza o incapacità di ascoltare la richiesta di un cambiamento nella cultura politica del Paese» e hanno invitato il Presidente Ranil Wickremesinghe a sciogliere il Parlamento «non appena la Costituzione lo permetterà, in modo che il popolo possa scegliere un nuovo Parlamento che rifletta le sue aspirazioni».
Prospettive per la libertà religiosa
Sebbene la mancanza di democrazia nello Sri Lanka comporti alcune difficoltà, i casi di violenza interreligiosa rappresentano la principale minaccia alla libertà religiosa nel Paese. Tali attacchi, tuttavia, non si verificano in un contesto isolato, ma piuttosto vengono perpetrati all'interno di un quadro di tensioni interreligiose profonde e crescenti nella società srilankese.
In particolare, gli eventi recenti hanno evidenziato i pericoli di un crescente nazionalismo buddista settario che va oltre lo sciovinismo etno-linguistico singalese (il quale almeno aveva il pregio di includere i non buddisti che erano etnicamente singalesi), in quanto considera tutti i non buddisti di qualsiasi etnia - musulmani, indù e cristiani - come potenziali minacce al Buddismo.
Oltre ai continui attacchi da parte degli estremisti contro le minoranze religiose, il nazionalismo etno-religioso ha provocato una reazione preoccupante: una crescita dei gruppi militanti indù e musulmani. Il timore è che questi gruppi possano diventare le controparti minoritarie dei gruppi maggioritari, come il Bodu Bala Sena, e che ciascuno si alimenti dell'altro in una spirale discendente di rivalità settaria. L'emergere dell'induismo tamil estremista, in particolare del gruppo militante tamil indù Siva Senai, è particolarmente allarmante perché potrebbe far rivivere il tipo di militanza violenta tamil che ha alimentato il separatismo delle Tigri Tamil, ma stavolta in forma religiosa e settaria. Il potenziale di crescita della militanza e della capacità di Siva Senai è particolarmente elevato perché gode del sostegno di gruppi nazionalisti indù in ascesa, come il Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS), nella vicina India. (I gruppi militanti tamil indù sono particolarmente attivi a Batticaloa, dove hanno organizzato numerosi attacchi contro i cristiani).
Considerate le tendenze attuali, è molto probabile che le condizioni della libertà religiosa si deteriorino ulteriormente in Sri Lanka nei prossimi anni. In un ambiente sempre più tossico dal punto di vista politico e culturale, è essenziale adottare misure pratiche basate sulle tradizioni e sulle istituzioni di tolleranza e comprensione interreligiosa del Paese. Una di queste iniziative, il Consiglio interreligioso istituito dal Presidente Ranil Wickremesinghe per aumentare la comprensione e il rispetto della società nei confronti delle altre tradizioni e istituzioni religiose, funge da piattaforma per le discussioni e le mediazioni, oltre che per le attività generali di costruzione della pace, pianificazione e consulenza. Sebbene sia un passo importante, per garantire che questo organismo rappresenti adeguatamente tutte le comunità religiose, sarebbe opportuno includere i leader della comunità evangelica dello Sri Lanka, che finora sono stati esclusi.
A causa della decomposizione sociale ed economica, dei crescenti attacchi estremisti contro le minoranze religiose e dell'aumento del nazionalismo etno-religioso, le prospettive per la libertà religiosa nello Sri Lanka rimangono negative.