Quadro giuridico relativo alla libertà religiosa ed effettiva applicazione
Il Pakistan è stato fondato come Stato laico al momento della divisione dell'India nel 1947. Solo gradualmente è stato imposto un carattere islamico militante al Paese sotto la dittatura del Generale Muhammad Zia ul-Haq (1977-1988), che ha conferito alla legge islamica un ruolo predominante nel sistema legale pachistano.
La popolazione è quasi interamente composta da musulmani, principalmente sunniti (85-90 percento della popolazione), il 90 percento dei quali segue la scuola hanafi. Gli sciiti rappresentano soltanto il 10-15 percento degli abitanti del Pakistan.
Le minoranze religiose includono i cristiani, gli indù e gli ahmadi. Circa 33.000 pachistani sono di fede baha’i, 6.146 sikh e oltre 4.000 zoroastriani (parsi) . Distribuiti in tutto il Paese, vi sono inoltre circa 200 ebrei, la cui comunità è probabilmente sono sul punto di scomparire.
I principali gruppi etnici sono punjabi (44,7 percento), pashtun o pathan (15,4 percento), sindhi (14,1 percento), saraiki (8,4 percento), muhajir (7,6 percento), balochi (3,6 percento), altri (6,3 percento) .
Sebbene l’articolo 2 della Costituzione pachistana del 1973 (modificata più volte, di cui l’ultima nel 2018) affermi che «l’Islam è la religione di Stato del Pakistan», lo stesso documento garantisce formalmente anche i diritti delle minoranze religiose. Infatti, nel Preambolo della Carta, si afferma che «saranno adottate misure adeguate affinché le minoranze possano professare e praticare liberamente le proprie religioni e sviluppare le proprie culture». L’articolo 20 (commi A e B) riconosce che «ogni cittadino ha il diritto di professare, praticare e diffondere la propria religione» e che ogni confessione religiosa ha «il diritto di istituire, mantenere e gestire le proprie istituzioni religiose».
L’articolo 21 afferma che «nessuna persona sarà costretta a pagare una tassa speciale il cui ricavato sia speso per la diffusione o il mantenimento di una religione diversa dalla propria». L’articolo 22 contiene alcune «tutele relative alle istituzioni educative per quanto concerne la religione», in cui si stabilisce chiaramente che «nessuna persona che frequenti un istituto educativo sarà obbligata a ricevere un’istruzione religiosa», e che «a nessuna comunità o denominazione religiosa sarà impedito di impartire un’istruzione religiosa agli alunni di quella comunità».
Tuttavia, questo articolo non sembra essere stato pienamente applicato, soprattutto dopo che nel 2021 il governo del Primo Ministro Imran Khan ha introdotto il cosiddetto Programma Scolastico Nazionale Unico (SNC) per le scuole primarie e i seminari. Tale piano ha suscitato forti critiche da parte di esperti di educazione e difensori dei diritti umani per la sua mancanza di inclusività, l'eccessiva enfasi sui contenuti religiosi islamici, a scapito delle minoranze religiose, e la scarsa qualità didattica. Più in generale, i programmi scolastici e i libri di testo promuovono l'intolleranza verso le minoranze.
La Commissione per i Diritti Umani del Pakistan ha espresso preoccupazione per il fatto che il governo pachistano perpetui una visione singolare della religione negli istituti scolastici attraverso il Programma Scolastico Nazionale Unico, privando i giovani studenti del diritto a un'istruzione laica. Inoltre, agli studenti delle minoranze religiose viene impedito di studiare la propria religione, dal momento che nel 2021 non erano ancora pronti i libri di testo di educazione religiosa richiesti.
La situazione a questo proposito è ancora più critica nel Punjab. Nel novembre 2021, l'Alta Corte di Lahore ha stabilito che i giudici distrettuali dovessero effettuare ispezioni concernenti l'insegnamento del Corano nelle scuole di tutta la provincia.
L'articolo 41 è un altro elemento discriminatorio della Costituzione pachistana, in quanto afferma che «una persona non può essere qualificata per l'elezione a Presidente se non è musulmana». Inoltre, l'articolo 91 (paragrafo 3) stabilisce che anche il Primo Ministro deve essere musulmano. Secondo l'Articolo 203 (E), la Corte islamica federale ha il potere di invalidare qualsiasi legge contraria all'Islam o di suggerire emendamenti di conseguenza.
Nell'Articolo 260 (paragrafo 3) della Costituzione, viene fatta una distinzione tra musulmani e non musulmani, contribuendo ad atteggiamenti discriminatori su base religiosa. Nella Carta, si afferma inoltre che la comunità ahmadi non è una minoranza islamica.
A limitare gravemente la libertà religiosa sono le cosiddette leggi sulla blasfemia, introdotte dal Generale Zia-ul-Haq tra il 1982 e il 1986. In realtà, non si tratta di vere e proprie leggi, ma di emendamenti al codice penale pachistano, e nello specifico degli articoli 295B, 295C, 298A, 298B e 298C. I reati punibili includono la «profanazione» del Corano e le offese al Profeta Maometto, che comportano rispettivamente come pena massima l’ergastolo e la condanna a morte. Inoltre, il concetto di "blasfemia" è piuttosto ampio, e pertanto la norma viene facilmente usata in modo improprio per sanzionare vari tipi di condotta, inclusa l’irriverenza verso persone, oggetti di culto, costumi e credenze.
Mentre l’articolo 295A protegge tutte le religioni da «atti deliberati e dolosi intesi ad oltraggiare i sentimenti religiosi», gli articoli 295-B e 295-C e le Sezioni 298-B e 298-C si riferiscono a comportamenti ritenuti blasfemi esclusivamente nei confronti della religione islamica. Senza contare che il sistema giuridico pachistano si basa sulla Common Law ma anche sulla shari'a, e pertanto tali norme vengono applicate unicamente in favore dell'Islam.
Complessivamente, sono stati registrati solo sei casi di blasfemia tra il 1947, anno in cui il Pakistan è diventato indipendente, e il 1986, quando è stata introdotta l'ultima “legge sulla blasfemia”. Al contrario, secondo i dati del Centro per la Giustizia Sociale (Centre for Social Justice - CSJ) con sede a Lahore, in seguito all'inclusione degli articoli 298-B e 298-C nel codice penale sono stati registrati ben 1.949 casi.
Il Centro nota inoltre come le leggi sulla blasfemia colpiscano in modo sproporzionato le minoranze religiose. Il maggior numero di casi (47,62 percento) riguarda i musulmani, seguiti da ahmadi (32,99 percento), cristiani (14,42 percento), induisti (2,15 percento), mentre nel 2,82 percento dei casi non è stato possibile confermare la religione. Ciò significa che oltre il 49 percento delle accuse di blasfemia è rivolto ad appartenenti alle minoranze religiose, che a livello nazionale rappresentano invece soltanto il 3,5 percento della popolazione.
Le minoranze sono altresì sovra rappresentate tra le vittime degli omicidi e di altre forme di violenza scaturite da accuse di blasfemia. Tra questi, il linciaggio di Priyanka Kumara a Sialkot nel 2021. Dal 1987, almeno 84 persone sono state uccise in modo extragiudiziale a seguito di accuse di blasfemia. Di queste, 42 erano musulmane, 23 cristiane, 14 ahmadi, due induiste, un buddista e due di appartenenza religiosa ignota.
Altre modifiche apportate dal Generale Zia-ul-Haq furono gli articoli 298-B e 298-C del codice penale pachistano. Questi articoli vietano agli ahmadi di definirsi musulmani, di utilizzare nomi e appellativi associati al Profeta, praticare riti islamici nel culto e di diffondere la loro fede. Secondo il sito web The Persecution of Ahmadis, dal 1984 al 2019, 262 ahmadi sono stati uccisi in ragione della loro fede, 388 hanno subito violenze e 29 moschee ahmadi sono state distrutte. Tra il luglio 2020 e il settembre 2021 si sono verificati i seguenti episodi significativi ai danni di fedeli ahmadi: sette ahmadi sono stati assassinati, incluso Tahir Naseem, 57 anni. Un cittadino americano accusato di blasfemia è stato ucciso in un'aula di tribunale pachistana mentre era in attesa di processo; almeno sette ahmadi sono stati feriti in quelli che sembravano essere tentativi di omicidio.
Nel maggio 2020, il Ministero degli Affari Religiosi e dell'Armonia Interreligiosa ha annunciato di aver ristabilito la Commissione Nazionale per le Minoranze. Una delle responsabilità della Commissione è quella di garantire che i luoghi di culto non musulmani siano pienamente operativi. Nel giugno 2014, a seguito dell'attacco alla Chiesa di Ognissanti a Peshawar dell'anno precedente, la Corte Suprema del Pakistan ha incaricato il governo federale pachistano di istituire una Commissione nazionale per le minoranze. Le minoranze religiose non avevano un'organizzazione che le rappresentasse a livello federale dal 2011, anno dell'assassinio di Shahbaz Bhatti, il primo e fino ad ora unico Ministro federale per le minoranze. Tuttavia, la commissione non è stata istituita da un atto del Parlamento, bensì da un gabinetto federale e pertanto l’organismo non possiede alcuna autorità costituzionale.
Inoltre, la legge sulla protezione dei diritti delle minoranze, respinta dal Senato nel settembre 2020, non è stata reinserita nell'agenda legislativa. Il Senatore Hafiz Abdul Karim, membro del Comitato permanente per gli Affari religiosi e l'Armonia interreligiosa, è stato tra coloro che si sono opposti alla proposta di legge. A suo avviso, dovrebbe essere presentata una legge per la protezione dei diritti dei musulmani, perché «le minoranze in Pakistan hanno già ottenuto diversi diritti».
Come in passato, durante il periodo in esame, l'Assemblea provinciale del Punjab ha approvato all'unanimità diverse risoluzioni che contribuiscono ad un ritorno ad una legislazione maggiormente conservatrice. Nel 2021, è stata approvata una risoluzione che richiede agli uffici del governo provinciale di esporre versetti coranici e hadith. Voto favorevole è stato dato in ottobre anche all'inclusione di un giuramento che fa riferimento alla nozione di Profezia Finale (khatm-i-nabuwat) nei documenti relativi ai matrimoni (nikah). La risoluzione suggeriva che il certificato di khatm-i-nabuwat fosse obbligatorio per la sposa, lo sposo, i loro testimoni e chi celebra l’unione (nikahkhwan) .
Come si sottolinea di seguito nella sezione relativa agli episodi rilevanti, i rapimenti, le conversioni forzate e i matrimoni forzati continuano ad affliggere le minoranze. Ciò è causato anche dall’assenza di tutela legale. Il 13 ottobre 2021, una commissione parlamentare ha respinto un disegno di legge volto a contrastare il fenomeno delle conversioni forzate, in seguito all'opposizione del Ministero degli Affari Religiosi. I parlamentari appartenenti alle minoranze hanno criticato il voto negativo. Secondo il progetto di legge, qualsiasi adulto non musulmano che voglia convertirsi ad un'altra religione deve richiedere un certificato di conversione ad un ulteriore giudice di sessione. Il disegno di legge consentirebbe inoltre la conversione esclusivamente al raggiungimento della maggiore età. L'allora Ministro degli Affari Religiosi, Noor-ul-Haq Qadri, ha dichiarato che il Ministero non sostiene una restrizione sulla conversione religiosa prima dei 18 anni, affermando che i più giovani dovrebbero avere il diritto di scegliere la propria religione.
Il Pakistan è al sesto posto nel mondo in termini di matrimoni infantili (ragazze sposate prima dei 18 anni). Ben il 71 percento delle bambine e ragazze non ha voce in capitolo su chi sposare e quando contrarre matrimonio. Questi sono i risultati chiave contenuti nel Rapporto sul quadro giuridico del matrimonio infantile in Pakistan, nonché quelli pubblicati nell'ottobre 2022, nell'indagine della Commissione Nazionale sui Diritti dell'Infanzia (NCRC), condotta in collaborazione con l'UNICEF Pakistan.
A causa della mancanza di una legislazione in materia e della erronea applicazione delle leggi esistenti, il numero di giovani donne e ragazze indù e cristiane rapite, obbligate a convertirsi all'Islam e poi date in sposa a uomini musulmani, continua ad aumentare.
In Sindh si riscontra il maggior numero di casi, pur essendo l’unica pronvincia con una legge che vieta il matrimonio di minori, ovvero il Sindh Child Marriage Restraint Act 2013. Grazie a questa norma, entrata in vigore nel 2020, è stato possibile restituire alle loro famiglie alcune ragazze sequestrate. La normativa, tuttavia, presenta ancora alcuni difetti; ad esempio, non ha il potere di annullare i matrimoni islamici, anche qualora sia accertata la minore età della sposa. Inoltre, in molti casi, alle ragazze non viene permesso di tornare alla fede cristiana, come nel caso della quattordicenne Arzoo Raja, ora Arzoo Fatima, che, dopo essere finalmente tornata a casa dai suoi genitori, è stata costretta dal tribunale a presentarsi alla stazione di polizia ogni tre mesi per dimostrare di non aver subito pressioni per riabbracciare il Cristianesimo.
La Commissione Nazionale per la Giustizia e la Pace del Pakistan sta sviluppando un programma per proteggere le ragazze e le giovani donne delle comunità minoritarie in Pakistan. Le raccomandazioni includono la riforma della polizia e la formazione degli agenti, la creazione di linee telefoniche di assistenza, la revisione del disegno di legge contro le conversioni forzate, che è stato respinto da una commissione parlamentare nel 2021, e l'aggiunta della “conversione forzata” al quadro giuridico nazionale al fine di facilitare la normativa in materia.
Episodi rilevanti e sviluppi
Il periodo in esame ha visto il Pakistan segnato da una profonda crisi economica e politica che ha contribuito alla destituzione di Imran Khan avvenuta il 10 aprile 2022. Khan, che era in carica dal 18 agosto 2018, è così divenuto il primo Premier pachistano ad essere rimosso dall'incarico con un voto parlamentare di sfiducia.
Alcune minoranze, in particolare i cristiani guidati da alcuni avvocati, si sono organizzati in associazioni per la difesa dei loro diritti, come l'Alleanza delle Minoranze del Pakistan di Akmal Bhatti, che promuove manifestazioni e petizioni rivolte ai tribunali e alle legislature locali, per ottenere un equo accesso alla giustizia.
Nonostante Khan, nel suo manifesto elettorale, abbia promesso un Nuovo Pakistan (Naya Pakistan), in cui i «diritti civili, sociali e religiosi delle minoranze» fossero garantiti, le minoranze religiose hanno continuato ad essere fortemente discriminate. Ne è una prova il fatto che negli annunci di lavoro pubblici per addetti ai servizi igienico-sanitari, spazzini e pulitori di fogne, si legge che l’impiego è «riservato ai non musulmani».
La discriminazione nei confronti delle minoranze assume varie forme; ad esempio, i «piani anti-abbandono» attuati per ridurre i rischi di inondazioni tendevano a non tenere conto delle comunità cristiane e indù che, dopo aver perso le loro case, lamentavano ritardi o negligenze nel ricevere i risarcimenti governativi.
Un ulteriore problema che ha aggravato la situazione delle minoranze durante il periodo in esame è stata la forte presenza di gruppi terroristici islamici. Nel 2020, il Pakistan è rimasto tra i primi dieci Paesi maggiormente colpiti dal terrorismo, secondo l'Indice Globale del Terrorismo (GTI), scendendo dall'ottavo posto al decimo, ma con un leggero aumento (5 percento) dei decessi legati alle attività terroristiche.
Quando i Talebani hanno preso il potere in Afghanistan nell'agosto 2021, gli attentati terroristici sono ripresi in Pakistan, dove lo Stato Islamico-Provincia di Khorasan (IS-KP) ha guadagnato terreno. Il nucleo originario dell'IS-KP in Afghanistan comprendeva molti ex militanti talebani pachistani insoddisfatti della loro leadership. L'IS-KP è responsabile dell'attacco del marzo 2022 a una moschea sciita di Peshawar, che ha causato oltre 60 vittime.
Secondo la comunità sciita pachistana, l'attacco suicida del 4 marzo 2022 è stato l'ultimo di una serie di attacchi alla loro comunità da quando i Talebani hanno preso il controllo dell'Afghanistan nel 2021, con il sostegno del governo pachistano.
Le violenze anti-sciite sono costantemente aumentate sin da quando è iniziata negli anni '80l'ondata di islamizzazione del Paese, e la situazione è peggiorata negli ultimi anni. Il 18 settembre 2022, degli attivisti islamisti hanno attaccato una processione sciita nella provincia del Punjab, ferendo almeno 13 persone. Secondo un alto funzionario di polizia, le tensioni nell'area sono sorte tra il Tehreek-i-Labbaik Pakistan (TLP) e gli attivisti sciiti durante il percorso, poiché i leader locali del TLP non volevano che la processione sciita passasse davanti alla loro moschea e al loro seminario.
Secondo il Centro per la Giustizia Sociale, la maggioranza delle persone accusate di blasfemia nel 2020 è sciita, 140 su 208, ovvero il 70 percento.
Il 13 luglio 2021, alcuni esperti delle Nazioni Unite hanno espresso profonda preoccupazione per la mancanza di interesse nei confronti delle violazioni dei diritti umani perpetrate contro la comunità ahmadi in tutto il mondo, compreso il Pakistan. I musulmani ahmadi continuano a subire una dura persecuzione sia a livello ufficiale che sociale.
Nel 2021, almeno tre ahmadi sono stati uccisi in attacchi mirati separati. L'11 febbraio 2021, un medico omeopata ahmadi, Abdul Qadir, 65 anni, è stato ucciso a colpi di pistola nella sua clinica di Peshawar. Nella stessa città, il 9 novembre 2021, Kamran Ahmad, 40 anni, è stato ucciso da un aggressore ignoto. Il 20 novembre 2021, Tahir Ahmed, 31 anni, è stato ucciso dopo la preghiera del venerdì in Punjab. Nell'agosto 2022, Abdul Salam, 33 anni, padre di tre figli, stava tornando a casa dal campo quando uno studente del seminario, Hafiz Ali Raza, alias Mulazim Husain, lo ha aggredito con un coltello.
La comunità ahmadi ha riferito alla polizia 49 incidenti a sfondo religioso, oltre alla profanazione di 121 tombe e di 15 luoghi di culto commessa da folle di persone.
Anche gli attentati ai luoghi di culto induisti sono comuni. La sera dell'8 giugno 2022, cinque uomini in motocicletta sono entrati nel Tempio indù di Korangi a Karachi, hanno distrutto le ciotole delle offerte, hanno lanciato pietre contro un idolo e hanno minacciato due dipendenti del tempio.
L'attacco del 4 agosto 2021 contro il Tempio di Ganesh a Bhong, un villaggio del Punjab, è stato persino più grave. Il tempio è stato danneggiato da una folla di circa 250 persone, dopo che un ragazzo indù accusato di aver profanato una madrassa locale era stato rilasciato su cauzione. Non soltanto il tempio è stato oggetto di atti di vandalismo, ma la maggior parte delle famiglie indù del villaggio è stata costretta a fuggire dalle proprie abitazioni.
Le accuse di blasfemia sono spesso all’origine di attacchi contro le minoranze, che si verificano prima ancora che la polizia possa intervenire. Questo è accaduto a Lahore il 7 agosto 2021, dopo che un seminario per giovani tenutosi presso una chiesa è stato considerato blasfemo. Centinaia di famiglie cristiane sono fuggite dalle loro case dopo aver notato una grande folla musulmana che marciava verso la loro chiesa e gridava cori anticristiani. Un intervento tempestivo della polizia ha salvato la chiesa ed evitato un potenziale attacco alle abitazioni private.
Il 9 novembre 2021, Yasmeen Bibi, 55 anni, e suo figlio Usman Masih, 25 anni, sono stati uccisi dal loro vicino musulmano Hassan Shakoor Butt. Ciò è avvenuto a seguito di una faida di vecchia data relativa al passaggio vicino a un santuario musulmano delle acque reflue dell’abitazione deei cristiani. Mentre venivano uccisi, gli assassini li hanno chiamati kaffir (una parola araba dispregiativa per indicare gli infedeli) e hanno gridato chura (un termine dispregiativo che significa sporchi cristiani, applicato ai Dalit o agli intoccabili nel sistema di caste dell'Asia meridionale) .
Il 30 gennaio 2022 a Peshawar, è stato assassinato Padre William Siraj. Il religioso era da poco uscito dalla chiesa Shaheedain (martiri) di Ognissanti al termine delle preghiere domenicali.
Due diversi incidenti hanno coinvolto infermieri cristiani, che rappresentano il 60-70 percento del personale infermieristico del Pakistan. Il 30 gennaio 2021, Tabitha Nazir Gill, una rinomata cantante cristiana evangelica, che lavorava come infermiera a Karachi, è stata accusata di blasfemia dai suoi colleghi. È stata picchiata e torturata dal personale dell'ospedale e dai visitatori, fino all'arrivo dei funzionari di polizia che l'hanno presa in custodia. In un primo momento, i funzionari hanno rilasciato Tabitha Gill senza sporgere denuncia, ma dopo le pressioni della folla, la polizia ha registrato le accuse nei confronti della donna. Il 9 aprile 2021, due infermiere cristiane che lavoravano presso l'Ospedale Civile di Faisalabad sono state salvate dai poliziotti. Una folla inferocita voleva picchiare le due donne, dopo che un medico le aveva accusate di aver rimosso un adesivo contenente versetti islamici da un armadio.
Un caso di omicidio legato alle accuse di blasfemia ha coinvolto un'insegnante, Safoora Bibi, che il 29 marzo 2022 è stata sgozzata da due colleghe e da una delle loro nipoti, dopo che quest’ultima aveva visto in sogno Safoora Bibi mentre offendeva il Profeta Maometto.
Il crimine più efferato legato alla blasfemia è stato senza dubbio l'omicidio di Priyantha Kumara Diyawadana, un dirigente dello Sri Lanka ucciso a Sialkot il 3 dicembre 2021. Gli estremisti hanno accusato Kumara di aver strappato dei manifesti su cui erano scritti dei versetti coranici. Secondo altri rapporti, aveva semplicemente strappato i manifesti del partito islamista Tehreek-e-Labbaik Pakistan (TLP) dalle pareti della sua fabbrica. Nei video circolati online, si vede una folla che picchia l'uomo a terra, mentre si sentono gli slogan del TLP contro la blasfemia. Altri si sono scattati dei selfie mentre il corpo veniva dato alle fiamme. Il Primo Ministro pachistano Imran Khan ha condannato l'attacco, scrivendo su Twitter: «un giorno di vergogna per il Pakistan». «Sto seguendo le indagini e non vi è alcun errore, tutti i responsabili saranno puniti con la massima severità della legge. Stiamo procedendo con gli arresti».
Mentre le esecuzioni extragiudiziali continuano a verificarsi, nel periodo in esame si sono registrati pochi progressi per quanto riguarda i casi di blasfemia, ad eccezione del rilascio di una coppia di cristiani condannata a morte per blasfemia nel 2014. Il 3 giugno 2021, un tribunale ha assolto Shafqat Masih e sua moglie Shagufta Kousar Masih, che si trovavano nel braccio della morte da sette anni, dopo essere stati accusati di aver inviato messaggi di testo blasfemi in cui insultavano il Profeta Maometto. Sebbene l’impianto accusatorio fosse debole e i due siano stati infine assolti per mancanza di prove, sono stati necessari diversi anni per dimostrare la loro innocenza.
Il caso del Pastore Zafar Bhatti è diverso. Il detenuto per blasfemia più longevo del Pakistan ha visto la sua condanna all'ergastolo inaspettatamente e incomprensibilmente trasformata in una condanna a morte nel gennaio 2022. Imprigionato il 22 luglio 2012, era stato accusato di aver inviato messaggi di testo blasfemi dal suo telefono, ma ha sempre procalamato la sua innocenza.
Sempre nel gennaio 2022, un tribunale pachistano ha condannato a morte una donna musulmana, Aneeqa Atteeq, che era stata arrestata nel maggio 2020 dopo che un uomo l'aveva denunciata per avergli inviato caricature del Profeta, considerate blasfeme, via WhatsApp.
La persona più giovane mai accusata di blasfemia in Pakistan è un bambino indù di otto anni. Nell'agosto 2021, è stato accusato di aver urinato intenzionalmente su un tappeto nella biblioteca di una scuola islamica (madrassa), dove erano conservati dei testi religiosi. Le accuse hanno costretto la comunità indù locale a fuggire e hanno portato a un attacco contro un tempio indù.
Durante il periodo in esame, ha continuato ad aumentare il numero di casi di ragazze cristiane e induiste rapite e ridotte in schiavitù sessuale, obbligate a convertirsi e a sposare il proprio rapitore.
Tra i vari casi di ragazze cristiane, spicca quello di Mahnoor Ashraf. Il 4 gennaio 2022, la 14enne è stata rapita da Muhammad Ali Khan Ghauri, un musulmano di 45 anni, già sposato con due figli. Il padre di Mahnoor ha denunciato l'incidente alla polizia, ma gli agenti hanno fatto poco o nulla per risolvere il caso fino al 7 gennaio, quando Ghauri ha annunciato che Mahnoor si era convertita volontariamente all'Islam e lo aveva sposato il giorno stesso del rapimento.
Un altro caso, che sembrava essere stato risolto con successo, prova i limiti delle forze dell'ordine pachistane. Nell'aprile 2022, Meerab Mohsin, una ragazza cattolica di 16 anni, è stata vittima di uno stupro e obbligata a convertirsi e sposarsi. Sebbene sia riuscita a fuggire dal suo aggressore, un uomo musulmano, e a tornare dalla sua famiglia, il tribunale non ha invalidato il suo matrimonio. Come ha spiegato l'avvocato della ragazza, Tabassum Yousaf, ad Aiuto alla Chiesa che Soffre, i genitori «sono molto preoccupati per la decisione ambigua del tribunale, perché in qualsiasi momento la sentenza potrebbe essere interpretata diversamente e la famiglia potrebbe essere costretta a restituire la figlia al marito, dato che il tribunale non ha annullato il matrimonio».
La piaga dei rapimenti e delle conversioni forzate ha colpito gravemente anche la comunità indù. Il 24 settembre 2022, una ragazza indù di 14 anni è stata rapita nella città di Hyderabad, nella provincia pachistana di Sindh. Secondo i genitori della ragazza, Chandra Mehraj è stata rapita dalla zona di Fateh Chowk di Hyderabad mentre stava tornando a casa. Si tratta del quarto rapimento e conversione forzata di una ragazza indù in soli 15 giorni.
Prospettive per la libertà religiosa
La vita continua ad essere difficile per le minoranze in Pakistan e, considerata la grave crisi economica e l'instabilità politica del Paese, non si prevedono miglioramenti nell'immediato futuro. Inoltre, l'ascesa al potere dei Talebani nel vicino Afghanistan potrebbe contribuire alla crescita del fondamentalismo islamico.
Il quadro giuridico del Pakistan manca ancora di leggi che proteggano le minoranze e impediscano le conversioni forzate. Ciò non ha impedito, tuttavia, lo sviluppo di alcuni gruppi che difendono i diritti delle minoranze e che riescono, attraverso canali nazionali e transnazionali, ad avere un certo impatto sull'opinione pubblica internazionale.
L’elemento più preoccupante, tuttavia, è l'educazione sempre più islamocentrica, che contribuisce, a partire dalla scuola primaria, alla discriminazione e agli atteggiamenti negativi nei confronti dei membri delle minoranze religiose, una situazione che il Programma Nazionale di Studi Unico ha contribuito ad esacerbare. Le prospettive per la libertà religiosa rimangono negative.