L’Iraq si trova sull’orlo di un baratro. Il Paese sta risorgendo con fatica dalle macerie lasciate dallo Stato Islamico durante gli anni del conflitto armato. Tuttavia, la corruzione che regna nel governo e nell’amministrazione sta rendendo difficile la ricostruzione. Due iracheni su tre sono disoccupati. Sei milioni di persone devono ricorrere agli aiuti dall’estero. ACN presta il proprio aiuto direttamente sul campo. Nel 2019 abbiamo approvato per l’Iraq un budget totale di aiuto di 5,6 milioni di euro. Grazie a questi aiuti molti cristiani possono fare ritorno nella loro patria.
In Iraq ACN si concentra soprattutto sulla ricostruzione di chiese, monasteri, scuole, asili e centri parrocchiali. Nel 2019 il nostro budget totale per gli aiuti all’edilizia è stato di 5,6 milioni di euro. Si tratta di un aiuto a lungo termine di cui quasi nessun altro si farebbe carico. L’aiuto crea stabilità, prospettive e, non da ultimo, con le opere di costruzione e ristrutturazione si creano anche posti di lavoro. Ma non c’è nulla che doni ai cristiani in Iraq più fiducia della ricostruzione dei loro luoghi di culto distrutti dall’IS, tra cui la chiesa di Al-Tahira, la più grande Chiesa dell’Iraq, situata a Bakhida e ristrutturata con l’aiuto di ACN. Non sono solo le chiese ad aver ripreso l’attività, ma anche le scuole.
Siamo felici per ogni cristiano che torna in Iraq
Il sacerdote Georges Jahola descrive così la situazione attuale: “Naturalmente non è tornato tutto alla normalità. I problemi nel nostro Paese sono enormi. Una cosa però è sicura: se i cristiani di tutto il mondo non avessero aiutato la nostra gente con tanta generosità, qui non sarebbe rimasto nessuno”. Per ACN è di fondamentale importanza in Iraq non solo la ricostruzione delle chiese ma anche la riabilitazione delle abitazioni distrutte. Come co-promotori del “Comitato per la ricostruzione di Ninive”, negli ultimi anni abbiamo finanziato con 6,43 milioni di euro la ricostruzione di 2.086 abitazioni, più di un terzo di tutte le case che sono state ricostruite nella regione.
Ciò fa del Progetto Ninive il programma di ricostruzione più grande messo in atto in Iraq. Soprattutto a Bakhdida, la più grande città cristiana del Paese, ACN ha facilitato il ritorno di migliaia di famiglie che hanno ripreso con entusiasmo la vita ecclesiale attraverso corsi di catechismo, gruppi femminili lavoro giovanile e trasmissioni radiofoniche.
Migliaia di cristiani sono già tornati nelle loro case
Una parte dei nostri aiuti all’edilizia sono stati devoluti per rinnovare le sale parrocchiali dove si tengono matrimoni e altre feste che molte famiglie altrimenti non potrebbero permettersi. Progetti come questo servono anche a promuovere la coesione sociale nelle comunità e a incoraggiare le persone a tornare in patria. Molti sfollati, tra i quali anche cristiani, hanno trovato rifugio presso parenti e amici.
Provengono da Bartella, Tesqopa, Karamlesh, Bashiqa o Bahzani e aspettano con nostalgia la prima occasione per tornare in patria. Se ci rendiamo conto che, dopo la fine della guerra civile e il regime del terrore dell’IS, in Iraq vive solo il 10% del milione e mezzo di cristiani presenti un tempo, si puó avere un’idea di quanto sia stata dissanguata la Chiesa cristiana in Iraq. Tuttavia, una nuova speranza sta germogliando tra i fedeli. E il vescovo Warda spiega la situazione arrivando dritto al punto: “Siamo una Chiesa martiriale, ma ogni martirio è seguito da una resurrezione”.
La Chiesa Al-Tahira risplende di nuova luce
La distruzione della Chiesa Al-Tahira a Bakhdida da parte dei ribelli dell’IS è stata per molti cristiani il momento moralmente più buio del periodo dell’occupazione. Prima di darsi alla fuga i terroristi hanno accatastato e incendiato panche, confessionali e altro mobilio, lasciando dietro di sé solo mura desolate e carbonizzate. Molti fedeli si radunavano ogni giorno per la messa tra le macerie della Chiesa, la più grande tra quelle cristiane e orgoglio della città. Per la ristrutturazione degli interni della Chiesa, ACN ha stanziato nel 2019 510.000 euro. Petros Mouche, arcivescovo siro-cattolico di Mosul, ha spiegato ad ACN: “La Chiesa Al-Tahira è stata costruita nel 1932 dagli abitanti di Bakhdida. Vogliamo che la Chiesa rimanga un simbolo cristiano e che con il suo splendore incoraggi gli abitanti della città a rimanere qui”.