Oggi, circa 17 milioni di persone vivono nell’ex colonia francese del Niger. Meno del 2% della popolazione non è di religione musulmana. Dopo gli attentati degli ultimi due anni contro i cristiani in Burkina Faso e in Mali, nonché contro il periodico satirico “Charlie Hebdo”, a Parigi, la violenza è aumentata sempre più contro i cristiani in Niger. Nel 2016, l’ACS ha contribuito al sostentamento dei sacerdoti cattolici nonché alla formazione spirituale dei giovani e delle religiose.
Il 16 e il 17 gennaio, sulla scia dell’attacco terroristico al periodico satirico Charlie Hebdo, a Parigi, la violenza islamica si è propagata anche in altri Paesi francofoni. In appena quattro ore, circa l’80% delle chiese cristiane è andato distrutto in Niger. Le più colpite sono state quelle nella capitale Niamey e nella seconda città del Paese, Zinder.
Inoltre, si sono verificati attacchi violenti contro i cristiani. Circa 70 sospetti sono stati arrestati dopo gli attacchi, ma nessuno è stato processato finora e ciò ha scatenato una paura ancor maggiore nella piccola comunità cristiana.
» Il credo come segno di speranza in un futuro migliore. «
Per preservare la presenza cristiana nel Paese, il sostegno materiale dei sacerdoti e la formazione dei seminaristi e delle religiose sono un segno importante per garantire il futuro della Chiesa cattolica in Niger. A questo fine, restiamo in stretto contatto con le Chiese locali.
Nel 2016 siamo riuscirti a raccogliere offerte per le religiose della “Fraternità delle Serve di Cristo” a Tibiri e a Dan Bako, cosicché, oltre alla loro opera pastorale nelle piccole comunità, possano ricevere un’ulteriore formazione su nutrizione e igiene.